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Marketing

Comunicare: L’arte di emozionare

Quando vuoi comunicare un messaggio, una offerta, un contenuto o semplicemente parlare della tua azienda, quello che cerchi di ottenere è l’attenzione del tuo pubblico in primis e poi cerchi di farti ricordare da esso nel momento in cui avrà bisogno dei tuoi prodotti e dei tuoi servizi.

È questo l’obiettivo della comunicazione e del marketing più in generale.

Ci affanniamo ogni giorno per ottenere qualche istante dell’attenzione del pubblico.

Lo facciamo creando contenuti, immagini, video in continuazione per essere costantemente presenti e connessi.

Oggi, a darci un riscontro del nostro lavoro, ci sono i dati che controlliamo ogni istante per capire se quello che abbiamo prodotto alla fine ci sta dando i risultati sperati, ma è davvero tutto li?

C’è una cosa che spesso dimentichiamo presi dalla frenesia della creazione a raffica di messaggi e creatività: L’Emozione

Quello che vedete è uno scatto della sfilata “Cruise 2021″ di DIOR a Lecce, una sfilata che buona parte di noi Pugliesi ha sentito e vissuto in modo particolare per via del forte legame che abbiamo con la nostra terra, anche se spesso lo mettiamo da parte.

Cosa centra quell’evento con il concetto di comunicare e con le emozioni?

Siamo esseri umani e ci distinguiamo dagli animali perché riusciamo a provare molte emozioni e sono le stesse emozioni che ci muovono ogni giorno. Dall’amore per un’altra persona all’acquisto di un capo di abbigliamento e così via.

Sono proprio le emozioni che contribuiscono a costruire i ricordi della nostra vita perché operano ad un livello profondo nel nostro cervello e sono le esperienze emotive che riescono a creare impulsi percettivi stabili nella mente.

Provate per un’istante a ricordare qualcosa che riguardi il vostro passato e vi renderete conto che quel ricordo è scaturito da un momento, una immagine o un messaggio che vi ha creato una particolare emozione.

Adesso vi svelo un grande segreto:

Progettare una comunicazione, una grafica, un messaggio, un video, così come una sfilata, un evento o un allestimento significa suscitare una emozione e non potrà mai riuscirci una persona qualunque o qualcuno che è bravo al computer. Suscitare Emozioni è un’arte che va acquisita, allenata e fatta propria nel corso di tanti e tanti anni.

È questa la vera differenza tra dei professionisti e tutti gli altri.

Banale vero? Si lo so, sembra davvero qualcosa di scontato eppure ogni giorno continuo a confrontarmi con i miei clienti proprio su questo, cerco di fargli capire che se un messaggio non emoziona, per quanto possa essere grande, bella e piena l’immagine del prodotto o la creatività realizzata per una determinata campagna, alla fine finirà tutto all’interno del calderone dei contenuti visti e dimenticati all’istante.

Questo concetto è applicabile ad ogni livello della comunicazione e del marketing, dalla pizzeria di “Zio Tonino” fino al grande e-commerce internazionale, da una presentazione di un libro fino alla sfilata dello stesso DIOR.

Se avete modo di guardare il video di DIOR – Cruise 2021 vi rendete conto di quanto l’elemento emozionale è centrale, tanto da essere allo stesso livello della collezione presentata, fino all’ultimo secondo e non voglio minimamente immaginare quanto lo sia stato per coloro che erano li presenti.

Ecco il video completo della sfilata “Cruise 2021” di Dior

In conclusione posso solo suggerirvi di guardare alle emozioni come a quell’obiettivo da inseguire e raggiungere ogni qualvolta decidete di comunicare con la vostra azienda.

A presto

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Branding

I Brand della Politica: Come vincere le elezioni politiche

Argomento scottante quello della politica specie se, come me, vivi in una città in cui quest’anno ci saranno le elezioni amministrative.

Ultimamente, la politica, l’informazione, i social media ed il branding, si legano indissolubilmente perché ci si spinge sempre più verso la costruzioni di personal brand politici forti in grado di muovere le masse.

Potremmo erroneamente provare a definire il tutto come la creazione di “influencer politici” che muovono le masse ed i voti.

In alcuni casi il simbolo e l’appartenenza politica in se perde quasi totalmente il suo valore ideologico originario legato al movimento per lasciare spazio alla immagine che il singolo candidato riesce a costruire di se prima, durante e dopo la campagna elettorale.

In questo scenario che viviamo oramai da qualche anno, grazie alla grande importanza che hanno ricoperto i social media durante la prima campagna elettorale di TRUMP negli USA, sono numerosi i tentativi e le strategie messe in campo da tutti coloro che, come me, si occupano di sviluppo di brand e strategie di comunicazione.

Quando si cerca di costruire un personal brand per un personaggio politico ci sono alcuni aspetti fondamentali che non vanno mai ignorati, vediamoli insieme:

  • Il contesto nel quale si opera (Locale, Regionale, Nazionale, Internazionale);
  • La storia personale del politico sul quale andiamo ad operare;
  • Il curriculum politico che ne contraddistingue la sua ideologia;
  • Il messaggio da comunicare o il programma politico;
  • La situazione di partenza della sua immagine pubblica;

L’ordine che ho usato non è casuale perché prima di fare qualsiasi passo nella costruzione di un personal brand politico và analizzato il contesto, chiaramente lavorare a livello locale è completamente diverso dal lavorare a livello nazionale.

Ipotizziamo dunque un ambito locale in questo momento, visto che ne sono direttamente coinvolto in questo periodo.

Quando pensiamo ad un personal brand di un politico locale, la prima cosa che viene fatta è la costruzione di una pagina Facebook, una pagina ben curata graficamente, sulla quale pubblicare tutti i messaggi politici e i comunicati stampa.

All’interno del contenitore social confluiscono tutte le informazioni come se fosse una sorta di blog o pagina di informazione giornalistica personale.

La domanda che mi sono posto in queste settimane è: Questo è davvero sufficiente a costruire una credibilità ed un brand che possa portare il politico di turno a vincere le elezioni?

Io penso proprio di no, per 2 semplici motivi, uno strutturale dipendente dallo strumento e l’altro funzionale che dipende dal concetto stesso di personal brand.

Brevemente…

I social media funzionano se vengono utilizzati con intelligenza attraverso una pianificazione strategica della comunicazione per obiettivi precisi e se raccontano una “storia” ad un pubblico ben profilato pronto ad ascoltarla;

Costruire un personal brand significa identificare e raccontare la propria unicità affinché il pubblico vi si appassioni e decida di seguirci amplificando la diffusione del nostro messaggio;

A tutto questo poi và certamente aggiunta l’identità grafica, colori, simboli, materiali stampati a supporto e tutto quello che la tradizionale campagna elettorale porta con se.

Ecco come vedete se riportiamo tutti questi piccoli concetti in un campagna elettorale a livello locale, ma non solo, ci si rende subito conto che lavorare con un brand politico non è di certo un lavoro per sprovveduti ma un’attenta analisi e costruzione di tutti i tasselli che compongono la vittoria delle elezioni.

Spero di non averti annoiato ma è un’argomento articolato sul quale sicuramente tornerò volentieri il prima possibile.

Nel frattempo vorrei sentire la tua opinione in merito. 

A presto

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Branding Grafica

La sostenibilità ambientale e i brand

Oggi possiamo affermare con certezza che il tema della sostenibilità ambientale è un qualcosa con il quale tutti i brand, a proprio modo, debbano scontrarsi per dichiarare apertamente la loro posizione.

Dalle strategie di comunicazioni al packaging del prodotto, dalle campagne di sensibilizzazione a vere e proprie rivoluzioni nei processi aziendali.

Mi affascia molto scoprire come i vari brand si stanno muovendo in tal senso per prendere spunti utili da trasferire nei progetti dei miei clienti che seguo quotidianamente.

Oggi voglio partire dalla fine e parlarvi dell’ultimo caso che si palesato in questi giorni: YOMO.

Il brand dello yogurt del gruppo Granarolo, negli ultimi anni sta puntando molto su alcuni asset fondamentali per una riqualificazione della propria immagine percepita e del prodotto.

Sono partiti un anno fa puntando sulla qualità del prodotto e comunicando al meglio la loro filosofia, quella della scelta di solo materie prime 100% naturali ed italiane fino ad arrivare oggi al lancio del nuovo packaging.

Proprio sul packaging mi soffermo un attimo perché sposando pienamente il tema della sostenibilità ambientale hanno lanciato 2 nuove linee, la prima YOMO NATURA, con vasetto in carta e la seconda YOMO EXTRA con vasetto 100% riciclabile.

La stessa Granarolo dichiara che la scelta effettuata per Yomo Natura e per Yomo Extra rappresenti una novità nel mondo dello yogurt finora legato all’utilizzo di vasetti in polistirene (PS), materiale che non ha una sua filiera di riciclo, pur essendo conferito nella plastica.

Credo che sia un passo molto importante del brand per migliorare il proprio posizionamento e abbracciare anche tutta quella fascia di pubblico che vede nella plastica il male assoluto.

Chissà cosa ci regaleranno nel prossimo futuro per proseguire lungo questa strada.

Voi cosa ne pensate?

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Social Media Marketing Strategia

La tua Azienda deve avere una Pagina Social per trovare clienti… Si ma poi…?

Non so per voi ma oramai questa frase è un MANTRA, la ripetono tutti, dal ragazzino che è bravo a smanettare al computer (il famoso Cugggino) fino al professionista che sa esattamente quello che sta dicendo.

Il problema di questa frase però è nel fatto che si tratta di una breve sintesi di un processo molto più ampio che può iniziare oggi e finire magari tra qualche mese, se non anno.

Mi spiego meglio…

Quando andiamo a creare un canale social per la nostra azienda, nella maggior parte dei casi pensiamo di aprire una nuova vetrina che ci permette di essere visibili ad un maggior numero di potenziali clienti.

In teoria è così, solo in teoria però, perché si tratta certamente di una vetrina, ma come ogni vetrina fisica che si rispetti, per far entrare più clienti all’interno della nostra attività, dobbiamo allestirla adeguatamente, mostrare i prodotti giusti, posizionarli nella maniera più corretta e far in modo che il pubblico ci passi davanti.

Dopo aver fatto tutto questo, bisogna studiare bene quello che accade e fare le modifiche necessarie per avvicinarci sempre più al risultato sperato.

Ecco, ogni volta che aprite un vostro canale sui social dovreste far questo voi oppure qualcuno a cui decidete di affidarvi, qualche “vetrinista social” che vi possa aiutare in questo.

Il problema è che il più delle volte, sfogliando decine e decine di pagine di aziende locali, si vedono vetrine sporche, poco ordinate, con prodotti esposti male ed in modo casuale.

Mi chiedo…. Ma davvero vorreste avere una vetrina della vostra attività curata in quel modo?

Il paragone tra vetrina virtuale e vetrina fisica sembra forzato ma se ci pensate bene si tratta esattamente di questo e se anche vi sembra tutto banale e scontato, beh vi assicuro che analizzando un bel pò di pagine e profili ogni giorno ripeterlo ancora una volta non guasta.

Se poi vogliamo guardare insieme i tuoi profili e le tue pagine, scrivimi pure..

A presto 

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News

Sto ripulendo la Scrivania…

Forse si tratta di una metafora, o forse è la pura verità, in questo 2020 tutto o parte della nostra vita è stato stravolto. Abitudini, amicizie, relazioni, amori, tutto in qualche modo sta cambiando in positivo ed in negativo a seconda dei casi.

È quello che è successo anche a me e, anche se ho un modo tutto mio di reagire in queste situazioni, alla fine ne sono vittima anche io come tutti.

Nel corso di questo 2020 ho già perso diversi clienti, alcuni amici che non vedo più da prima del lockdown, una bella storia che per me era importantissima, un’attività che mi appassionava e che purtroppo non pratico più e sicuramente sto dimenticando ancora altro.

Diciamo che in questi ultimi mesi la mia vita è diventata come una scrivania che inizialmente era bella pulita ma che nella frenesia di tutti i giorni diventa piano piano un deposito di cartacce, appunti, schizzi, cartelle, lavori che accumuli li difianco senza mai dargli un senso vero, senza dargli un ordine ben preciso.

Un accumulo di cose scritte e buttate li che nella maggior parte delle volte non ti porteranno mai nulla di buono.

Riflettevo qualche sera fa che nelle occasioni in cui mi sposto a lavorare in un coworking finisco con l’essere più produttivo, sono più concentrato e sto molto meglio.

Mi sono chiesto il perché di tutto questo e la risposta che sono riuscito a darmi è banale ma davvero importante: “Ho la scrivania piena di roba che non fanno altro che distrarmi.”

Ecco se ci pensate bene questo piccolo esempio può essere trasferito nelle vite di tutti i giorni anche al di fuori del nostro lavoro, nella vita personale di tutti.

Ogni volta che la nostra quotidianità si riempie di attività, di persone, di distrazioni, ecc., finiamo col perdere il senso dell’orientamento dei nostri obiettivi e tutto ci crolla addosso.

Ripulire la scrivania può essere quel gesto, anche simbolico, che ci riporta all’essenza della nostra identità e ci accompagna verso la concentrazione su chi vogliamo essere davvero.

Io oggi nella mia pausa pranzo ho iniziato a pulirla davvero la scrivania per eliminare tutto il superfluo per aiutarmi a ritrovare il mio equilibrio. E tu?

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News

Il segreto della vita è scegliere una cosa sola

Già… questo è uno dei massimi insegnamenti sulla crescita personale, concentrarsi su quell’unica cosa che stiamo facendo e che può darci il massimo del risultato e della felicità mettendo da parte in quel momento tutto il resto che non ci serve.

Questo purtroppo è anche il più grande dei miraggi nella società moderna, siamo talmente presi dal concetto di multitasking da non renderci conto più di quello che accade. Siamo così concentrati a fare quante più cose possibili da dimenticare a volte la nostra strada, chi siamo davvero e dove vogliamo arrivare.

Questo aspetto del nostro lavoro ci porta a commettere tanti errori, a far partire tanti progetti che sappiamo già di non poter seguire e curare, ad ampliare il nostro raggio d’azione sulle attività da compiere invece di focalizzarlo.

È anche questo il mio più grande errore, quello da cui scaturiscono i problemi che tutti ci trasciniamo dietro nel tempo come una palla di ferro legata al piede dei nostri successi che, purtroppo, non possono correre in questo stato in cui li abbiamo costretti.


Dicono che quando smetti di aumentare e inizi a ridurre il tutto all’unica cosa che davvero conta, il mondo attorno a te cambia radicalmente diventando di colpo qualcosa di meraviglioso.

Ogni tua azione in quel momento acquisisce molta più forza potenziale tanto che una semplice progressioni lineare di singole attività diventa di colpo una progressione geometrica che ci porta inevitabilmente a crescere in modo esponenziale, sia a livello professionale ma sopratutto a livello personale e sentimentale.

Voi ci avete mai pensato ad una cosa del genere?

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